Le 10 Scommesse del 2020, 1: Nairo Quintana
Sostanzialmente concluso il CicloMercato 2020, possiamo cominciare ad analizzarne i risultati. In particolare in questo consueto articolo riguardo le 10 Scommesse del 2020 analizzeremo i dieci nomi, tra rinnovi e trasferimenti, che rappresentano le più grandi sfide. Per loro stessi o per le proprie squadre, i dieci corridori che abbiamo selezionato sono attesi da una stagione molto importante nella propria carriera, per una possibile svolta. Giovani promesse, talenti sinora mai realmente sbocciati, corridori in cerca di riscatto o decisi a tentare una nuova avventura, tra i corridori selezionati da SpazioCiclismo figurano corridori molto diversi fra loro, accomunati tuttavia dalle grandi ambizioni per l’anno ormai alle porte.
1. Nairo Quintana (Arkea-Samsic)
Nonostante abbia in bacheca un palmarès di tutto rispetto, con un Giro d’Italia vinto nel 2014 e una Vuelta a España nel 2016, nel corso degli ultimi tre anni è sorto più di un dubbio sulle sue possibilità. Talento precoce, capace di arrivare secondo al Tour a soli 23 anni, il colombiano è stato vittima di una involuzione a dir poco inspiegabile, che lo ha portato a rappresentare un oggetto misterioso. Nonostante prestazioni comunque di alto livello, come la vittoria di tappa a Valloire all’ultimo Tour, ha sempre dato l’impressione di non avere più lo spunto brillante dei primi anni da professionista, quando veniva considerato lo scalatori più forte al mondo. La Arkéa-Samsic, all’interno di un progetto decisamente ambizioso, ha deciso di dare le chiavi della squadra in mano al 30enne colombiano che potrà quest’anno focalizzarsi di fatto sull’obiettivo unico del Tour de France senza avere sulle spalle la pressione e la concorrenza interna che aveva in Movistar, che evidentemente aveva cominciato a pesargli oltremodo.
2. Mark Cavendish (Bahrain-McLaren)
Sarà l’anno del suo grande ritorno o il definitivo addio all’Olimpo del ciclismo? Per il britannico l’esperienza in Bahrain-McLaren, dopo la grande fatica negli ultimi due anni in Dimension Data, è un crocevia fondamentale per l’ultima parte della sua carriera. Nella testa rimane il record di vittorie di tappa al Tour de France, obiettivo non facile da raggiungere. Ma il suo nuovo team di sicuro gli metterà a disposizione un treno più attrezzato, che alle giuste condizioni può lanciare lo sprinter nella posizione migliore all’interno del chilometro finale. Una scommessa non da poco anche per la squadra, che decide di limitare lo spazio all’italiano Colbrelli per prendere un contratto sicuramente pesante. Certo, l’esperienza gioca a favore di Cavendish, ma le ultime stagioni sono stata una serie di eventi sfortunati e con poche soddisfazioni. Sarà il grande ritorno nell’anno o uno scivolare ormai inesorabile verso l’abisso? Dieci mesi per scoprirlo.
3. Mikel Landa (Bahrain-McLaren)
Il basco stavolta avrà sé stesso come unico riferimento per i propri risultati. Lasciare casa Movistar per approdare nella formazione che ha salutato Vincenzo Nibali può costargli qualcosa a livello di qualità ed esperienza dei compagni di squadra nei Grand Tour, ora che buona parte degli scalatori a supporto del siciliano hanno scelto altri lidi. La scommessa sul Tour de France, sicuramente dettata anche dal percorso, sembra una sorta di all-in sulla competizione più importante. Dopo anni da co-leader in formazioni attrezzatissime, prima all’Astana, poi alla Sky e infine in Movistar, lo spagnolo avrà tutta la responsabilità sulle proprie spalle, cosa che gli toglierà il rischio di doversi sacrificare ancora per qualcun altro (come con Carapaz al Giro d’Italia 2019, per fare solo l’ultimo esempio di una lunga serie), ma gli metterà addosso parecchia pressione. Un problema che non sempre è riuscito a gestire in passato, collezionando una serie di ritiri e debacle quando la squadra non aveva messo alternative al suo fianco. A 30 anni già compiuti, potrebbe essere l’ultima possibilità in carriera in un team di altissimo livello come capitano unico. Una scommessa per entrambi, dato che la Bahrain-Merida si trova a dover rimpiazzare un campione di sicura qualità come Nibali con lo spagnolo, mai vincente in un Grand Tour e in una monumento.
4. Enric Mas (Movistar)
Enric Mas è la più grande scommessa di una Movistar profondamente rinnovata. Lo scalatore spagnolo arriva dalla Deceuninck per essere uno dei tre capitani della compagine iberica insieme al quarantenne Valverde e all’altra scommessa Marc Soler. Il classe ’95 ha già dimostrato le sue qualità nei GT nel 2018, quando chiuse in seconda posizione la Vuelta, nel 2019 però il venticinquenne ha vissuto una stagione altalenante ritrovandosi persino a fare il gregario di Alaphilippe al Tour. Unzué ha voluto comunque scommettere su di lui e l’ha già indicato come capitano del prossimo Tour de France, dove sarà anche Alejandro Valverde, che però, a sua volta, ha già dichiarato che la squadra sarà costruita tutta intorno al più giovane connazionale. La scommessa è in questo caso doppia: da un lato c’è il corridore che scommette su sé stesso e su una nuova squadra, più dedita alle salite e che possa esaltare maggiormente le sue caratteristiche, andando alla ricerca di quei risultati in prima persona che raramente sono arrivati in maglia Deceneunick. Dall’altro lato c’è la scommessa della squadra, che dopo essersi liberata di due capitani esperti, punta su un corridore giovane (due con Soler) che, a conti fatti, ha vestito poche volte la maglia di capitano di un GT e che si trova leader alla Grande Boucle, ma soprattutto al centro dei proclami del team manager Eusebio Unzué e dell’uomo simbolo della squadra Alejandro Valverde. Non proprio i due ultimi arrivati.
5. Elia Viviani (Cofidis Solutions Credit)
La “scommessa”, nel caso del campione europeo non riguarda certo le qualità e le capacità del veronese, che entra nel 2020 con addosso la maglia di campione europeo. Il “rischio” se lo è assunto proprio il corridore azzurro, che negli ultimi anni ha gareggiato per squadre di altissimo profilo (prima il Team Sky e poi la Deceuninck-QuickStep) e che ora è entrato nei ranghi di una squadra già consolidata sì, ma all’esordio nel World Tour. Nei piani del velocista italiano, inoltre, ci sono sia il Giro d’Italia che il Tour de France: un doppio appuntamento di enorme importanza che lo vedrà battagliare con tutti gli altri sprinter di punta. La Cofidis, i cui colori nella stagione che sta iniziando, saranno difesi anche dal fido scudiero di Viviani, Fabio Sabatini, sarà la squadra giusta per coltivare grandi ambizioni e far fiorire nuove vittorie?
6. John Degenkolb (Lotto Soudal)
Da quel giorno del gennaio 2016, quando il tedesco fu investito da un’automobile durante un allenamento, ormai sono passati quattro anni. John Degenkolb non è però mai sembrato riuscire a essere il corridore di “prima”, quello capace di vincere le volate di gruppo e di imporsi anche in due Monumenti come Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix. La Trek-Segafredo lo ha tenuto con sé per tre stagioni, ma “Dege” non ha mai convinto del tutto, pur riuscendo a lasciare qualche sigillo di qualità. Per il 2020, però, c’è in piedi una doppia scommessa: la sua, nel tentativo di tornare al massimo livello (ha solo 31 anni…) e quella della Lotto Soudal, squadra che aveva bisogno di un “peso massimo” da affiancare a Philippe Gilbert e Tim Wellens. Quello della squadra belga potrebbe davvero essere l’ambiente ideale per l’uomo di Gera.
7. Daniel Martin (Israel Start-Up Nation)
Ultima chiamata per il campione irlandese. Il 33enne nipote di Stephen Roche approda all’ambizioso progetto della Israel Start-Up Nation dopo due anni non soddisfacenti alla UAE Team Emirates. La scelta della squadra israeliana di affidarsi alla sua esperienza dovrebbe dargli le giuste motivazioni per tornare ad alti livelli soprattutto nei Grandi Giri. Negli ultimi due anni ha centrato un ottavo e un diciottesimo posto al Tour de France, dando l’impressione di non avere mai il passo dei primissimi. Questa nuova avventura, di fatto con i gradi di capitano unico, rappresenta una scommessa decisamente interessante, soprattutto nelle corse di un giorno e nelle brevi corse a tappe, i terreni sui quali Martin si trova più a proprio agio.
8. Marc Soler (Movistar)
Vincitore della Parigi-Nizza 2018, il 26enne scalatore spagnolo è chiamato a un definitivo salto di qualità. Il nono posto raggiunto nella Vuelta a España 2019 ne rilancia parzialmente le ambizioni, ma dovrà essere bravo e fortunato a non perdere questa occasione. Lo spazio lasciato libero dalle partenze di Amador, Carapaz, Landa e Quintana non attende altro che essere riempito dai loro “eredi” e Soler è sulla carta il maggiore indiziato, insieme al nuovo arrivo Mas, per riuscirci. La scommessa messa in atto dalla Movistar è quindi particolarmente ardita, essendo Soler di fatto soltanto una promessa, e si aspetta di poter riscuotere quanto prima una vincita il più alta possibile.
9. Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling)
Fermo per un brutto infortunio, lo scalatore lucano lo scalatore lucano ha festeggiato il suo 37° compleanno, lo scorso novembre, senza ancora sapere se sarebbe stato in gruppo. Corridore dalla grande determinazione, che già in passato si è saputo rialzare dopo momenti molto difficili, ha firmato da poche settimane con la NTT Pro Cycling, di cui sarà sostanzialmente l’uomo di riferimento in salita, potendo così puntare in prima persona a grandi obiettivi, a partire dal Giro d’Italia. Sulle sue qualità non ci sono dubbi, ma chiaramente la grande incognita per quanto riguarda il classe ’82 è sapere se sarà davvero riuscito a riprendersi pienamente dal terribile incidente.
10. Guillaume Martin (Cofidis)
Scalatore puro, il parigino approda finalmente al WorldTour dopo una lunga gavetta alla Wanty – Gobert. Classe 1993, in queste stagioni è cresciuto in maniera regolare, conquistandosi anno dopo anno risultati sempre più di spessore. Corridore colto e intelligente, sa adattarsi agli scenari di corsa variando il suo atteggiamento in base alle circostanze, non esitando ad attaccare, così come a muoversi di rimessa. Nel 2020 avrà grandi responsabilità sulle spalle, con la Cofidis che punta molto su di lui per il suo rientro nella massima categoria, preparando per lui un calendario di altissimo livello, corse nelle quali si presenterà per fare risultato. Per riuscire a migliorare quanto fatto sinora dovrà fare un salto di qualità, anche a livello mentale, per reggere la ulteriore pressione che inevitabilmente avrà sulle spalle.
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